domenica 20 ottobre 2019

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Obiettivo Taranto 2026, tra Salento e Matera 2019



L’avvio del corso di laurea di Medicina a Taranto  rappresenta un evento simbolico per il territorio Taranto e per l’intera regione Puglia, la fine di un vecchio modo di pensare e la nascita di una diversa visione del futuro.

Taranto si sta progressivamente smarcando dalla sua (immeritata) fama di città dell’acciaio per puntare su turismo, sulla cultura, sui beni archeologici, sulla agricoltura di qualità e sullo sport. Queste sono parole che abbiamo utilizzato 10 anni fa durante le innumerevoli manifestazioni liceali contro l’Ilva e il suo becero colonialismo imperante. Oggi quelle stesse parole stanno diventando realtà concrete. 10 anni fa avevamo intravisto una possibile via di uscita ma, citando Aldo Moro, “per realizzare le cose serve tutto il tempo necessario”.

Taranto può dunque diventare “la locomotiva del Salento” (cit. Lino de Matteis) non solo perché ha la necessità di farlo ma anche perché tutto quanto il territorio salentino ha da guadagnare in questo. In termini turistici, culturali, infrastrutturali e di prospettive future.

Il calo fisiologico dei flussi turistici nelle località ioniche della provincia leccese può e deve essere bilanciato da un aumento del turismo culturale della provincia di Taranto che gode anche di una molto proficua vicinanza geografica con Matera capitale della cultura e con l’arco ionico magno greco lucano e calabrese.

In vista dei giochi del mediterraneo del 2026 Taranto può assumere il ruolo di cerniera tra il sistema turistico materano, l’arco ionico e la puglia meridionale per mettere a sistema un territorio che può offrire al turista una offerta straordinariamente ricca e variegata

Non più quindi il turismo balneare mordi e fuggi che non pochi problemi ha riservato ai cittadini gallipolini nel corso delle estati bensì una offerta più ampia che consenta al turista una permanenza prolungata e soprattutto diversificata con inevitabili ricadute positiva per l’economia di tutto il Salento che ha capito che non si può più immaginare di fare turismo duraturo solo con belle spiagge e discoteche.

In questo senso l’offerta turistica è molto simile agli investimenti in borsa. Chi investe solo su una singola società per azioni rischia di perdere tutto il capitale in caso di fallimento della società. La diversificazione (e quindi la varietà nell’offerta) è invece la chiave per il successo.

Taranto non può fare tutto questo da sola perché nonostante sia tra le province pugliesi con il più alto tasso di crescita turistica ha ancora bisogno di tempo per smarcarsi dalla monocoltura dell’acciaio. Allo stesso modo le province di Lecce e Brindisi hanno bisogno di Taranto perché si sta candidando ad essere la città con i maggiori servizi della puglia meridionale e perché, tra MarTa, borgo antico e aree archeologiche, vanta una offerta turistico-culturale di caratura internazionale.

L’arco ionico magnogreco ha necessità di fare sistema con Taranto perché se si vuole puntare, come tantissimi comuni stanno facendo (da Policoro a Metaponto), sul brand Magna Grecia non si può fare a meno di quella che viene definita la sua capitale.

Se si riflette bene anche Matera ha un interesse nel creare una rete comune perché i flussi turistici sono come una macchina sportiva: per continuare a correre hanno bisogno di spingere costantemente sull’acceleratore.
Quando si chiuderanno i riflettori di Matera Capitale della cultura 2019 sarà necessario individuare nuove spinte e nuovi carburanti per continuare a sostenere la crescita turistica di tutto il distretto. E chi può farlo se non i giochi del mediterraneo di Taranto 2026?

L’orizzonte su cui lavorare quindi è Taranto 2026 e bisognerà arrivare a quella data con le carte in regola per poter fare la differenza. Penso al nuovo terminal crociere del porto di Taranto attualmente in costruzione, al rilancio dell’aeroporto di Grottaglie , al frecciarossa Taranto-Milano che da un paio di anni collega il Salento con il resto dell’Italia attraverso la Basilicata. Sarà necessario dare una nuova veste al borgo antico di Taranto, tra i più importanti d’Italia, e una nuova mobilità interna con la metropolitana del mare e con il nuovo piano di mobilità sostenibile. Per quella data Taranto dovrà consolidare la sua offerta universitaria e sanitaria (con il nuovo ospedale in costruzione) e migliorare i collegamenti con il resto del Salento attraverso l’eterna incompiuta Bradanico-Salentina e con nuovi servizi ferroviari e su gomma.

L’obiettivo finale è di realizzare un distretto turistico-culturale-economico che partendo da Santa Maria di Leuca arrivi a Matera e all’arco ionico magno greco passando per Taranto, perno geografico dell’interno sistema. Le lezione della realtà turistica internazionale parla chiaro: solo uniti si va lontano.

Possiamo farlo e dobbiamo farlo. Per noi tarantini in particolare è vitale farlo. Perché nell’inferno colonialista della monocoltura dell’acciaio non ci vogliamo tornare mai più.  

Roberto Bellacicco
Museo Ipogeo Spartano di Taranto
Medico in formazione in Medicina Generale

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