sabato 30 maggio 2015
La nascita di Taranto ad opera degli spartani
Una grande opera d'arte sul lungomare del borgo antico di Taranto illustra la nascita di Taranto tramite l'oracolo di Delfi. Campeggia con la sua imponenza e fu progettata dal centro culturale Filonide e realizzata dall'artista Silvana Galeone per essere ammirata dal mare. L'opera copre un edificio di cemento armato ( una palestra scolastica) la cui costruzione avvenne dopo l'abbattimento dello storico palazzo Bellando Randone. L'oracolo di Delfi è stato riprodotto in greco antico originale con la collaborazione dei Prof. D'Angela e Mele.
L'inscindibile legame fra Taranto e Sparta fu immortalato nel 2005 e li rimarrà per l'eternità.
Ταράντας Σπάρτη, ένας άρρηκτος δεσμός που απαθανατίστηκε σε ένα έργο τέχνης, και τελικά ολοκληρώνεται με την επερχόμενη αδελφοποίηση
Taranto Sparta, an unbreakable bond immortalized in a work of art, and finally been topped by the following twinning
L'inscindibile legame fra Taranto e Sparta fu immortalato nel 2005 e li rimarrà per l'eternità.
Ταράντας Σπάρτη, ένας άρρηκτος δεσμός που απαθανατίστηκε σε ένα έργο τέχνης, και τελικά ολοκληρώνεται με την επερχόμενη αδελφοποίηση
Taranto Sparta, an unbreakable bond immortalized in a work of art, and finally been topped by the following twinning
Ecco come nasce l'opera d'arte, con fatica e sudore in un ambiente gelido ad 1 grado sotto zero Grottaglie e casa Bellacicco.
Turismo?? Partita vinta
Mai visti tanti turisti nel borgo antico di Taranto. Stamane l'isola è esplosa e le nazionalità di appartenenza erano varie. Avevamo fatto una scommessa contro i detrattori e l'abbiamo vinta alla grande, ora sta alla città organizzarsi e dotarsi dei comuni strumenti di accoglienza. Noi abbiamo fatto il nostro...che le istituzioni facciano il loro e per Taranto saranno rose di primavera. Non pubblico foto perchè l'obiettivo non ce la faceva ad inquadrare tutto...le file andavano fuori campo...
Filonide ed il museo spartano
Filonide ed il museo spartano
venerdì 29 maggio 2015
Turismo a Taranto: la chiave di volta è archeologia e cultura
La chiave di volta del turismo a Taranto oltre ai beni naturalistici, è la storia e l'archeologia come testimonia la presenza dei nostri reperti in tutti i musei del mondo. Conoscere e prendere coscienza della nostra straordinarietà è operazione d'obbligo usando tutti gli strumenti che media e tecnologia ci mettono a disposizione. Diffondere diffondere diffondere...divulgare divulgare divulgare..e la bellezza prevarrà sulla barbarie.
Taranto ed economia turistica
Per la realizzazione dell'economia alternativa a Taranto ovvero il turismo è necessario esportare nel mondo la conoscenza del magnifico territorio di Taranto e non viceversa.L'immagine che vi propongo illustra come pur non essendoci la parola chiave Taranto ( volutamente) ma solo museo spartano,su Google tutte le prime pagine sono monopolizzate dalla nostra città e le pagine dedicate sono 412000. Questo è lo straodinario risultato dell'immane lavoro di promozione della città effettuato da Filonide usando criteri scientifici di comunicazione. Ovviamente il beneficio ricade su tutto il territorio e le sue attività e bellezze affrancandoci dalla pessima immagine mediatica che ci lega all'ilva. Ora a primeggiare sono le magnificenze storiche culturali e naturalistiche della nostra splendida città.
giovedì 28 maggio 2015
mercoledì 27 maggio 2015
Il grande pericolo per un territorio: l'ignoranza
La crescita di un territorio subisce un grande condizionamento ovvero l'ignoranza. L'ignoranza è un dolce veleno nefasto ma tranquillizante in quanto condito dal riconoscimento da parte della vasta categoria degli ignoranti, deresponsabilizza, non pone quesiti, dubbi, perplessità. Non induce all'approfondimento ed agisce come antidepressivo ovvero non sbatte in faccia la consapevolezza della pochezza del proprio sapere.
L'ignoranza è pericolosa, crea falsi miti fondati nell'argilla, è una sirena che induce ai facili entusiasmi senza consapevolezza. E' facile da bere e scende inebriandoti nella mancanza di contradditorio.
Il dramma dei grandi pensatori del passato che hanno determinato le rivoluzioni è sempre stato la solitudine, la crescita non consente le facili aggregazioni senza robuste fondamenta, un edificio dalle fondamente di burro è destinato a crollare ma è sempre il tempo a stabilirlo.
Gli antichi greci avevano gli antidoti all'ignoranza ovvero i miti ed Atena era la portatrice della sapienza.
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Atena:
Atena (gr. ᾿Αϑήνη o ᾿Αϑηνᾶ) Dea greca, dai Romani identificata poi con Minerva. Già venerata dai Micenei del 13° sec. a.C. con l’epiteto di potinija (πότνια «signora»), ma certo ancora più antica, conserva in età storica alcuni attributi che sembrano appunto risalire all’età micenea: il serpente e la trasformazione in uccello (solo più tardi l’uccello sacro diventa la civetta, γλαῦξ, raccostata ad A. anche per l’epiteto glaucopide). Il serpente potrebbe connetterla alla dea cretese dei serpenti, divinità domestica cui è affidata la protezione della casa: un aspetto che ritorna nell’A. classica, protettrice delle arti, specialmente quelle femminili del filare e del tessere, ma anche quelle maschili del lavoro operoso e intelligente.
A. Ergane(᾿Εργάνη «la industre») fu popolarissima in età storica ed ebbe un culto diffuso: oltre che ad Atene, a Delfi, Epidauro, Olimpia, Sparta e altrove. La religione omerica ne fece una dea guerriera ( A. Pallade «lanciatrice d’asta», da πάλλω «scagliare»): da Ares, dio della guerra violenta e sanguinosa, A. si distingue per il combattere ordinato e intelligente. Questo aspetto è legato infatti alla sua funzione più importante, quella di protettrice del sovrano e poi della città. Sull’acropoli A. Poliade (Πολιάς) ha quindi il suo tempio (ad Atene, a Sparta, ad Argo, a Megara, ad Agrigento ecc.), ed è congiunta nel culto a Zeus Πολιεύς: il mito la riconosce figlia di Zeus, generata dal cervello del padre. Come protettrice della città, essa è armata della lancia, ma soprattutto dell’egida; cura anche l’amministrazione della giustizia (un motivo quest’ultimo particolarmente ateniese).
Nel mondo greco però, A. rimane dea della città cui è connessa anche attraverso il nome: ad Atene si celebravano infatti in suo onore le splendide Panatenee; in Atene sarebbe stato serbato il Palladio originale, la statua dotata di proprietà magiche che si diceva rappresentasse Pallade A.; per Atene e per l’Attica essa sfida Posidone. Quest’ultimo episodio narra la creazione dell’ulivo, che A. dona agli Ateniesi e agli uomini tutti: un motivo che riconduce all’ultimo aspetto della sua figura, quello di dea della vegetazione e dei lavori agricoli.
Le più antiche figurazioni di A. erano sotto forma di idoli primitivi, come il Palladio dei poemi omerici: la dea sta in piedi, rigida, con la lancia nella destra alzata e lo scudo imbracciato (idoli dell’Eretteo, di Sparta come Calcieco, di Pergamo ecc.). Questa figurazione perdurerà anche in periodo classico quale motivo tradizionale. Attributi caratteristici della dea divengono, oltre le armi, l’egida con il gorgòneion (testa della Gorgone), e talvolta nell’arte orientalizzante e arcaica il pòlos (ornamento per la testa, chiuso nella parte superiore); più raro il tipo alato, che perdura peraltro fino all’età romana. Nell’arcaismo sorgono anche il tipo della Pròmachos, rappresentata in movimento (vasi dipinti, bronzetti, frontoni dello Hekatòmpedon, di Egina), o mentre siede (statua di Endòios). I simulacri di culto del periodo classico raffigurano la dea in piedi, panneggiata, armata e talvolta con patera, spesso con la Nike sulla mano: l’esempio più famoso è l’A. Parthenos di Fidia
( Treccani)
L'ignoranza è pericolosa, crea falsi miti fondati nell'argilla, è una sirena che induce ai facili entusiasmi senza consapevolezza. E' facile da bere e scende inebriandoti nella mancanza di contradditorio.
Il dramma dei grandi pensatori del passato che hanno determinato le rivoluzioni è sempre stato la solitudine, la crescita non consente le facili aggregazioni senza robuste fondamenta, un edificio dalle fondamente di burro è destinato a crollare ma è sempre il tempo a stabilirlo.
Gli antichi greci avevano gli antidoti all'ignoranza ovvero i miti ed Atena era la portatrice della sapienza.
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Atena:
Atena (gr. ᾿Αϑήνη o ᾿Αϑηνᾶ) Dea greca, dai Romani identificata poi con Minerva. Già venerata dai Micenei del 13° sec. a.C. con l’epiteto di potinija (πότνια «signora»), ma certo ancora più antica, conserva in età storica alcuni attributi che sembrano appunto risalire all’età micenea: il serpente e la trasformazione in uccello (solo più tardi l’uccello sacro diventa la civetta, γλαῦξ, raccostata ad A. anche per l’epiteto glaucopide). Il serpente potrebbe connetterla alla dea cretese dei serpenti, divinità domestica cui è affidata la protezione della casa: un aspetto che ritorna nell’A. classica, protettrice delle arti, specialmente quelle femminili del filare e del tessere, ma anche quelle maschili del lavoro operoso e intelligente.
A. Ergane(᾿Εργάνη «la industre») fu popolarissima in età storica ed ebbe un culto diffuso: oltre che ad Atene, a Delfi, Epidauro, Olimpia, Sparta e altrove. La religione omerica ne fece una dea guerriera ( A. Pallade «lanciatrice d’asta», da πάλλω «scagliare»): da Ares, dio della guerra violenta e sanguinosa, A. si distingue per il combattere ordinato e intelligente. Questo aspetto è legato infatti alla sua funzione più importante, quella di protettrice del sovrano e poi della città. Sull’acropoli A. Poliade (Πολιάς) ha quindi il suo tempio (ad Atene, a Sparta, ad Argo, a Megara, ad Agrigento ecc.), ed è congiunta nel culto a Zeus Πολιεύς: il mito la riconosce figlia di Zeus, generata dal cervello del padre. Come protettrice della città, essa è armata della lancia, ma soprattutto dell’egida; cura anche l’amministrazione della giustizia (un motivo quest’ultimo particolarmente ateniese).
Nel mondo greco però, A. rimane dea della città cui è connessa anche attraverso il nome: ad Atene si celebravano infatti in suo onore le splendide Panatenee; in Atene sarebbe stato serbato il Palladio originale, la statua dotata di proprietà magiche che si diceva rappresentasse Pallade A.; per Atene e per l’Attica essa sfida Posidone. Quest’ultimo episodio narra la creazione dell’ulivo, che A. dona agli Ateniesi e agli uomini tutti: un motivo che riconduce all’ultimo aspetto della sua figura, quello di dea della vegetazione e dei lavori agricoli.
Le più antiche figurazioni di A. erano sotto forma di idoli primitivi, come il Palladio dei poemi omerici: la dea sta in piedi, rigida, con la lancia nella destra alzata e lo scudo imbracciato (idoli dell’Eretteo, di Sparta come Calcieco, di Pergamo ecc.). Questa figurazione perdurerà anche in periodo classico quale motivo tradizionale. Attributi caratteristici della dea divengono, oltre le armi, l’egida con il gorgòneion (testa della Gorgone), e talvolta nell’arte orientalizzante e arcaica il pòlos (ornamento per la testa, chiuso nella parte superiore); più raro il tipo alato, che perdura peraltro fino all’età romana. Nell’arcaismo sorgono anche il tipo della Pròmachos, rappresentata in movimento (vasi dipinti, bronzetti, frontoni dello Hekatòmpedon, di Egina), o mentre siede (statua di Endòios). I simulacri di culto del periodo classico raffigurano la dea in piedi, panneggiata, armata e talvolta con patera, spesso con la Nike sulla mano: l’esempio più famoso è l’A. Parthenos di Fidia
( Treccani)
martedì 26 maggio 2015
Taranto 706 a.c. la potenza di un logo imitatissimo
Ricordate le magliette e l'apecar di Filonide con il nostro logo "" Taranto 706 a.c."" e con Falanto sul delfino da noi inventato anni fa ? Fa piacere essere capiscuola ispiratori. Quante magliette, associazioni e organizzazioni varie hanno copiato il nostro logo. A noi fa piacere perchè la divulgazione è il nostro motto ma almeno si abbia la consapevolezza di quello che si fa. Le imitazioni continuano ancora oggi..io inviterei ad essere originali ed esprimere creatività ed innovazione.
Sorrido
Sorrido
La divisione di classe è una refola leggera
Oggi più che mai sono in voga i sinonimi inglesi che fanno tanto figo. Il breafing ( ma la riunione fa tanto schifo? ) Il selfie ( ma l'autoscatto fa tanto schifo? ) Il backstage ( ma dietro le quinte fa tanto schifo? ) Startup ( ma avvio fa tanto schifo? ) Target ( ma bersaglio fa tanto schifo? ) etc etc etc.
Io da ex ufficiale e attuale professionista devo sapere e parlare l'inglese per obbligo in quanto in determinati ambienti la lingua inglese è internazionale e necessaria ma in questi casi ci si rivolge ai propri simili e tutti capiscono. Quando ci si rivolge invece alla "" gente"" non è detto che tutti capiscano termini specifici anglosassoni pertanto il linguaggio diventa distintivo di presunta classe ovvero è rivolto e capito dai propri simili e passa sulla testa dei più specie se il retroterra socioculturale, specie nelle città del sud, non è adeguato. Vi immaginate di parlare di briefing in via Temenide, al mercato Fadini, alla salinella, nel borgo antico, ai tamburi, in via Duca di Genova etc etc etc? La popolazione di Taranto non è da quartieri alti e la maggioranza della popolazione ( quella che vota e determina la qualità degli amministratori ) non ha un retroterra culturale adeguato. Ecco che il linguaggio di moda dai sentori stranieri diventa uno strumento di separazione, distintivo di classe ( sic ), poco democratico.
Il saggio che non deve dimostrare niente a nessuno usa linguaggi diversi a seconda dell'uditorio, si mette a livello e non ostenta la sua presunta superiorità che molte volte non ha motivo di essere, insomma la qualità del comunicatore consiste nel farsi capire.
Prosit ( meglio ALLA SALUTE )
Sorrisi a tutti
Io da ex ufficiale e attuale professionista devo sapere e parlare l'inglese per obbligo in quanto in determinati ambienti la lingua inglese è internazionale e necessaria ma in questi casi ci si rivolge ai propri simili e tutti capiscono. Quando ci si rivolge invece alla "" gente"" non è detto che tutti capiscano termini specifici anglosassoni pertanto il linguaggio diventa distintivo di presunta classe ovvero è rivolto e capito dai propri simili e passa sulla testa dei più specie se il retroterra socioculturale, specie nelle città del sud, non è adeguato. Vi immaginate di parlare di briefing in via Temenide, al mercato Fadini, alla salinella, nel borgo antico, ai tamburi, in via Duca di Genova etc etc etc? La popolazione di Taranto non è da quartieri alti e la maggioranza della popolazione ( quella che vota e determina la qualità degli amministratori ) non ha un retroterra culturale adeguato. Ecco che il linguaggio di moda dai sentori stranieri diventa uno strumento di separazione, distintivo di classe ( sic ), poco democratico.
Il saggio che non deve dimostrare niente a nessuno usa linguaggi diversi a seconda dell'uditorio, si mette a livello e non ostenta la sua presunta superiorità che molte volte non ha motivo di essere, insomma la qualità del comunicatore consiste nel farsi capire.
Prosit ( meglio ALLA SALUTE )
Sorrisi a tutti
Il cavallo alato: mito di pegaso nel museo spartano
Cosimo Benefico artista e Paolo Occhinegro fotografo donano al museo spartano il mito di Pegaso la loro arte
Pegaso è una figura della mitologia greca. È il più famoso dei cavalli alati. Secondo il mito, nacque dal terreno bagnato dal sangue versato quando Perseo tagliò il collo della Medusa. Secondo un'altra versione, Pegaso sarebbe balzato direttamente fuori dal collo tagliato della Medusa, insieme a Crisaore.
Animale selvaggio e libero, Pegaso viene inizialmente utilizzato da Zeus per trasportare le folgori fino all'Olimpo. Grazie alle briglie avute in dono da Atena, viene successivamente addomesticato da Bellerofonte, che se ne serve come cavalcatura per uccidere la Chimera. Dopo la morte dell'eroe, avvenuta per essere caduto da Pegaso, il cavallo alato ritorna tra gli dei.
Nella famosa gara di canto tra le Muse e le Pieridi, Pegaso aveva colpito con uno zoccolo il monte Elicona, che si era ingigantito fino a minacciare il cielo dopo aver udito il celestiale canto delle dee. Dal punto colpito dallo zoccolo di Pegaso nacque una sorgente, chiamata Ippocrene, o "sorgente del cavallo". Nello stesso modo, Pegaso fece scaturire una sorgente a Trezene.
Terminate le sue imprese, Pegaso prende il volo verso la parte più alta del cielo e si trasforma in una nube di stelle scintillanti che hanno formato una costellazione.
lunedì 25 maggio 2015
Luciano Giungato ed i simboli spartani
Ecco che le muse colpiscono ancora ed il museo spartano dona ispirazioni facendo emergere lo spirito artistico in chi mai lo avrebbe immaginato. Il filonide doc Luciano Giungato non aveva mai manipolato creta in vita sua e l'altra mattina ci ha donato questi manufatti in creta realizzati sotto l'influsso delle muse, voillà la spartanità emerge e nascono gorgoni, scorpioni, monete e guerrieri con l'elmo, tutti simboli della Taranto figlia di Sparta. Nel museo spartano emergono le energie positive celate.
Forza ragazzi, ci attendono grandi eventi che faranno decollare Taranto
Taranto sta decollando con la sua veste migliore fatta di arte, creatività,storia, cultura, beni naturalistici. Il gemellaggio è prossimo e faremo faville, le forze migliori di Taranto stanno riemergendo!!
Nel borgo antico ti invitano a pranzo, sul mare.
Avevamo difficoltà a trovare un tavolo libero nei ristoranti del borgo antico, la famiglia della pizzeria "" Mare di Sparta"" ci ha invitati a rimanere a pranzo con loro...sul mare in via Garibaldi...questa è Taranto borgo antico, io credo che queste cose non accadano facilmente in altre città.
I rematori spartani tarantini
Una divisa se sapientemente costruita con i simboli forme e contenuti rende l'immagine forte e carica gli sportivi, Filonide ha centrato obiettivo e comunicazione. Forza ragazzi!!
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