martedì 31 marzo 2015

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Afrodite

Afrodite la dea dell'amore
Afrodite, la dea della bellezza e dell'amore, che i romani identificarono con Venere, era, secondo Omero, figlia di Zeus e della ninfa Dione; invece, secondo Esiodo, era nata in primavera dalla spuma del mare fecondata dai genitali di Urano che Cronos aveva scagliato in mare dopo la ribellione contro il padre. Afrodite, dal greco afros, la spuma, aveva anche l'appellativo di Urania, perché ancora figlia del Cielo. Appena emerse dalle onde, su una conchiglia di madreperla, Zefiro l'aveva spinta sulla riva dell'isola di Cipro, da qui gli appellativi di Anadiomene, l'emersa, e di Ciprigna. Appena la dea mosse i primi passi sulla spiaggia, i fiori sbocciarono sotto i suoi piedi, e subito le vennero incontro le Ore, le Cariti, Peito, la persuasione, Potos, il desiderio, Himeros, il la brama, per accoglierla, onorarla e servirla. La vestirono con un vestito bellissimo e una cintura, le misero boccole d'oro e di gemme alle orecchie, braccialetti ai polsi e una collana splendente al collo. Dal cielo arrivò un carro di gemme, tirato da due colombe, la dea vi salì e fu così assunta in Cielo. Zeus la diede in moglie ad Hefesto; ma la sua idea non fu delle più felici; non si può unire in matrimonio la dea più bella con il dio più brutto. Afrodite veniva rappresentata nel fiore della sua giovinezza, avvenente, graziosa, tutta ingioiellata e sorridente. Il suo volto era ovale, delicato e gentile; i suoi occhi grandi, tremuli, avevano uno sguardo soave e languido che ispiravano tanta dolcezza. Sopra il vestito portava una cintura magica, dove erano raccolti tutti i vezzi, le grazie, il sorriso che promette ogni gioia, i teneri dialoghi degli innamorati, i sospiri che persuadono e il silenzio espressivo. Erano sacri ad Afrodite: tra le piante, il mirto, la rosa, il melo, il papavero; tra gli animali, il passero, la lepre, il cigno, il delfino e soprattutto la colomba. Dalle sue varie unioni ebbe alcuni figli, dal troiano Anchise ebbe Enea; dal dio Dioniso ebbe Imene, il dio delle feste nuziali; da Ares ebbe due figli terribili, Eros, amore, e Anteros. I poeti greci raccontano che quando Afrodite ebbe Eros, si lamentò con la dea Temi perchè il figlio non crescesse; Temi le rispose che il bambino non sarebbe cresciuto finchè non avesse avuto un fratello. Allora Afrodite diede vita ad Anteros che significa "colui che ricambia l'amore"; così i poeti con questa graziosa leggenda hanno voluto dire che l'amore, per poter crescere, deve essere ricambiato.


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Pasqua nel museo spartano di Taranto

Il centro culturale Filonide comunica che dopo il successo dell'inaugurazione del Museo Spartano di Taranto, lo stesso sarà aperto alle visite guidate per i cittadini e turisti durante la settimana santa ( giorni 2-3-4-5-6 ) dalle ore 20 alle ore 24
Per il riscontro che si sta avendo già in questi giorni il museo è assurto ad attrazione turisticoculturale del nostro territorio. Numerose le telefonate che ci sono giunte da fuori Taranto testimonianza che per la riconversione economica della città il turismo appare come strada maestra da seguire.
Indirizzo: corso Vittorio Emanuele 39 ( ringhiera del borgo antico)

Dott. Marcello Bellacicco
Presidente del centro culturale Filonide
Taranto 31/03/2013

lunedì 30 marzo 2015

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Visita il Museo Spartano di Taranto durante la settimana santa


Il Museo Spartano di Taranto sarà aperto al pubblico a partire dalle ore 20.00 per tutta la settimana santa 2015

Per programmare una visita guidata in altri giorni contattare le nostre guide turistiche:

Alessandro Ricci: 
Tel: 3335029991
Mail: aricci1977@alice.it


Eleonora Massafra
Tel: 3292286823
Mail: eleonora.massafra@gmail.com

domenica 29 marzo 2015

lunedì 23 marzo 2015

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Inaugurazione del Museo Spartano di Taranto

Comunico che la cerimonia di inaugurazione del Museo spartano di Taranto avverrà sabato 28 03 2015 alle ore 19 presso l'ipogeo De Beaumont Bellacicco in Corso Vittorio Emanuele II 39, ringhiera del Borgo Antico di Taranto. Siamo lieti di avervi fra gli ospiti.

Centro culturale Filonide
Dott. Marcello Bellacicco


domenica 22 marzo 2015

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La promessa: resoconto di un viaggio a Sparta

La promessa: riflessioni di un viaggio a Sparta

Ore 3:36 del 26 dicembre 2014. La Volkswagen di Alessia Angelica Margot (affettuosamente chiamata Angie dal padre) sfrecciava per la via principale di Sparta, via Palaiologou, cercando di evitare le numerose macchine parcheggiate in doppia fila.

Mi trovo in macchina con Elena, la sorella di Angie, di ritorno dal Ministry House of Music, uno dei locali notturni più famosi di Sparta. Ho intenzione di scrivere, come ho sempre fatto, un resoconto con le mie impressioni su questo viaggio. Ma non so proprio come cominciare

Elena, benchè definisca la sua natura per 9/10 italiana, non riesce ad evitare di mostrare il restante decimo con una tipica risposta spartana: Facile no? Scrivi subito a caldo le cose che ti hanno colpito di più

Ho deciso di ascoltare le parole di Elena. Non parlerò del gemellaggio Taranto-Sparta, dell'accoglienza straordinaria da parte del Sindaco e del consiglio comunale di Sparta. Parlerò solo di ciò che mi ha colpito davvero.

Al primo posto c'è il sorriso.

Quello di Mario Tzortzakis, l'amico, il medico e il consigliere comunale che ci ha ospitato e la sua frase “voi siete a casa perchè voi tarantini siete figli di Sparta e nostri fratelli”.

Quello di Angie e il suo modo spensierato di accarezzare i capelli della sua omonima cugina Angelica alla quale è attaccatissima.

Quello della stessa cugina Angelica, “la saggia”, con la quale comunicavo più con gli sguardi che con le parole e non solo perchè, a causa mia, era difficile la comunicazione in lingua inglese. Angelica “la saggia” sfruttava il suo sguardo e il suo sorriso per comunicare. Quando mi ha detto in lingua inglese “Spero di rivederti in Italia o in Grecia” ho percepito la sincerità dal suo sguardo.

Quello di Elena, la mia accompagnatrice e musa per l'intero soggiorno, la quale non riusciva a non mostrare il suo sorriso spartano, anche quando si lamentava di qualche bizzarra usanza greca rimpiangendo i suoi studi in Italia.


A Sparta sorridono tutti:
-la commessa del supermercato che cercava di spiegarmi che in città non avrei trovato alcool puro
-il proprietario del ristorante “Leonidas” che ci ha offerto da bere perchè siamo fratelli tarantini
-il giornalista che all'uscita dal consiglio comunale dedicato al gemellaggio Taranto-Sparta mi ha chiesto una foto per report24.gr
-gli amici di Elena che durante “Thrift Shop” al Ministry mi hanno detto “Sei uno di noi”

Il motivo è molto semplice e me lo ha insegnato inconsapevolmente il carattere di Mario. A Sparta non c'è tempo per i fronzoli e per le cose inutilmente complesse. La tristezza è inutile, il sorriso è fondamentale. Quindi tutti sorridono. Semplicemente.

La seconda cosa che mi ha colpito di Sparta è la speculare somiglianza con Taranto.

Appena arrivato mi sentivo a casa. D'altronde se lo Spartano Falanto ha scelto di fondare Taras proprio sulle nostre coste un motivo ci sarà stato.

Taranto è la versione imbastardita di Sparta, sotto ogni punto di vista.
Geograficamente parlando siamo molto simili.

Abbiamo le colline e un fiume in comune, il quale, non a caso, in passato aveva lo stesso nome, Eurota, attualmente Galeso.

Loro hanno dei monti da far perdere il fiato, noi uno dei mari più belli del mondo.

I paesaggi, completamente puri e incontaminati, sono intervallati da resti archeologici sparsi qui e lì e offrono al visitatore uno spettacolo di rara bellezza


Condividiamo lo stesso clima, con quel sole caldo e luminosissimo che si proietta sulle distese collinari verdi ricolme di ulivi. Condividiamo lo stesso senso di pace e di tranquillità che questi scenari offrono

Benchè la mitologia greca ponga una delle porte degli inferi proprio vicino alla città, Sparta è accolta in una valle che si offre al visitatore come un piccolo paradiso terrestre

Un po' come Taranto. Con la differenza che la mia città contiene al suo interno una reale porta nel regno degli inferi e il governo Renzi, con il settimo decreto-legge salva Ilva, ha deciso ancora una volta di tenerla ben spalancata.

Dal punto di vista archeologico soffriamo dello stesso identico problema: ovunque si scavi si trovano reperti di inestimabile e invidiabile valore mondiale.



E siamo entrambi impossibilitati a sfruttarlo.
Noi perchè non lo capiamo, loro perchè non ne hanno bisogno.
Impossibile descrivere i siti archeologici che ho visitato. Lascerò parlare le fotografie

Sugli usi e costumi siamo meno simili. E' vero, abbiamo le stesse enormi tavolate imbandite di cibo, la stessa ospitalità leggendaria, la stessa ottima cucina, le stesse enormi famiglie riunite a cena, le stessa zie che si offendono se non mangi, la stessa insofferenza verso le regole inutili.

Gli spartani però sono cordiali e disponibili con tutti, noi siamo imbastarditi da 60 anni di industrializzazione selvaggia e da tassi culturali e di educazione rasenti lo zero.

I giovani spartani sono sicuramente favoriti dal formidabile sistema scolastico greco che sforna ragazzi di altissimo livello culturale destinati però all'emigrazione all'estero a causa di Angela, una donnetta tedesca laureata in chimica la quale si sente a suo agio solo con tavole periodiche e calcolatrici.



Cose inutili insomma e questo spiega la sua evidente difficoltà a comportarsi come un essere umano e la sua futura impossibilità ad essere ricordata come una statista.

Le differenze sul piano economico sono invece immense.

Sparta ha raggiunto un invidiabile livello di civiltà grazie ad un compromesso fra attività agricole e urbanizzazione. Ogni famiglia possiede dei terreni su i quali sorgono immense distese di ulivi e aranceti visibili sulle colline addolcite da morbidi pendii.

Questa è una carta vincente perchè la nonnina che deve comprare l'olio per condire le bruschetta non è quotata a Wall Street o a Francoforte e il suo spread non è deciso da qualcuno che ha il suo ufficio in qualche Down Town distante decine di migliaia di km.



L'economia spartana proprio perchè VERA e basata su bisogni REALI delle persone è blindata e questo spiega la ricchezza e il benessere dell'intera provincia in una nazione fortemente in difficoltà.

La ricchezza e il destino della popolazione spartana è affidata a loro stessi, in una forma di libertà economica e sociale che inizia a scarseggiare in Europa e nel mondo.

La “virtuosa” Europa avrebbe da imparare più di qualcosa dalla città spartana. Il problema è che questa “cosa” chiamata Europa è un po' come l'Arabafenice: Che ci sia ognun lo dice. Cosa sia, dove sia e cosa faccia nessun lo sa

Sparta offre ai suoi visitatori terreni coltivati, macchine e moto importanti, case eleganti e raffinate, aspetto estetico curato ma non esagerato.

L'intera cittadina si presenta come un gioiellino, dalle strade a due corsie con bellissimi addobbi natalizi alle piazze tracimanti di negozi ai locali notturni ricolmi di giovani.

Giovani come Antonia che fra un drink e l'altro ha avuto modo di parlarmi della sua passione la lingua italiana che ha imparato per poter avere la possibilità di comunicare con gli italiani.



La cifra riassuntiva della città è “Semplicità”

Ho maturato la convinzione che la semplicità spartana non si riferisce ad un modo di agire modesto bensì all'intenzione e alla motivazione del gesto: è semplice agire con generosità con gli ospiti ed è semplice essere gentili con gli estranei.

Quella di Sparta è una semplicità che ti fornisce lezioni di civiltà in ogni sua forma: nell'ospitalità (formidabile quella della famiglia Tzortzakis che non finirò mai di ringraziare) nella sua storia, nel suo modo di accoglierti, nel suo modo di pensare e sopratutto di agire.

E' la storia spartana ad insegnare il valore della semplicità intesa come rifiuto delle azioni inutili e l'attenzione alle azioni utili.

Se gli ateniesi possiedono ancora una città devono ringraziare gli efori spartani, i quali vietarono ai tebani di raderla al suolo al termine della guerra del Peloponneso con la celebre frase “Basta averla occupata”

Non credo sia possibile capire cosa voglia dire essere spartani senza essere andati a Sparta.



E questo lo dico a favore di tutti coloro che parlano (pro o contro) della Spartanità basandosi su stereotipi e film hollywoodiani molto fantasiosi

Fino a 10 giorni fa associavo la Spartanità ad un moto dell'animo che ti porta ad affrontare le difficoltà della vita con coraggio e determinazione.

Oggi ho capito che la Spartanità è sopratutto un modo di rapportarsi con gli altri in una visione profondamente e concretamente umanitaria sviscerata da inutili elaborazioni e quindi diretta e profondamente efficace.

La Spartanità è dominata da una inconsapevole ma fortissima attenzione alle persone.

Uno dei saluti tipici non è il classico Arrivederci ma può essere tradotto con Rimani in salute per tanto tempo.

Lo spartano è molto più interessato al benessere del suo concittadino e fratello che al proprio. A più di 2000 anni dal celebre con lo scudo, o sopra di esso non è cambiato nulla: difendi la tua città e i tuoi concittadini o muori nel farlo.



Ecco perchè Sparta si presenta al visitatore come una culla dorata. Non solo perchè offre uno spettacolo naturalistico, storico e archeologico fuori dal comune e una cittadina gioiellino piena di vita e di movimento.

Sparta accoglie il visitatore e in maniera spontanea e naturale lo riempie di attenzione. Con la sua semplicità.

Non posso evitare di sorridere pensando a tutti gli inquieti tarantini che si agitano quotidianamente contro la “Spartanità tarantina” con argomentazioni basate su imprecisati e vaghi luoghi comuni. Ma si sa: l'approfondimento e lo studio analitico sono attività complesse non adatte a chi è privo di plasticità mentale.

Nel chiudere questo diario di viaggio devo necessariamente chiedere scusa a Mario Tzortzakis

In queste mie lunghissime riflessioni ci sono troppi dettagli, troppe impressioni, troppe parole, troppi complimenti. Insomma un diario di viaggio assai poco Spartano che il mio amico Mario definirebbe ricolmo di fronzoli, troppo ateniese



Nel chiedere scusa a Mario devo ricordargli che sfortunatamente io non ho avuto in dono la sua ironica tranquillità, il sorriso di Angie, lo sguardo di Angelica, la disponibilità di Elena e in generale la Spartanità di tutti gli amici che ho conosciuto.

Devo necessariamente sopperire a tutte queste mie mancanze con le parole.

Parole che però si accompagnano ad una promessa. Quella di cercare sempre di più di sostituirle con i fatti e con le azioni concrete.

Con un modo di pensare diverso. Un pensiero più umanitario, più semplice, più reale, più spartano.

La promessa di diventare un vero Spartano. 

Taranto, 30 Dicembre 2014


The promise. Reflections of a trip to Sparta
December 30, 2014 at 9:59
Roberto Bellacicco

3:36 hours of 26 December 2014. The Volkswagen Alessia Margot Angelica (affectionately called Angie by his father) sped down the main street of Sparta, away Palaiologou, trying to avoid the many cars parked in double rows.
I'm in the car with Elena, Angie's sister, returning from the Ministry House of Music, one of the most famous nightclubs of Sparta. I'm going to write, as I always have, a report with my impressions of this trip. But I do not know how to begin
Elena, though, defining its nature for 9/10 Italian, can not avoid showing the remaining tenth with a typical response spartan: Easy! Write now to warm things that impress you more
I decided to listen to the words of Elena. So I will not speak of Taranto: Spartan city, the twinning Taranto-Sparta, hospitality extraordinary by the Mayor and the city council of Sparta. I will speak only of what really caught my eye.
In first place is the smile.
To Mario Tzortzakis, the friend, the doctor and the councilor who hosted us and his phrase "you are at home because you are sons of Taranto Sparta and our brothers."
To Angie and her carefree way of stroking the hair of her namesake cousin Angelica which is very attached.
That of the same cousin Angelica, "the wise", with whom I communicated more with their eyes than with words and not just because, because of me, it was hard to communicate in English. Angelica "the wise" exploited his eyes and his smile to communicate. When I said in English, "I hope to see you in Italy or Greece" I felt the sincerity in his eyes.
To Elena, my companion and muse for the entire stay, which he could not show his spartan smile, even when he complained of some bizarre earlier Greek regretting his studies in Italy.
In Sparta smile all:
-the order of the supermarket trying to explain that the city would not find pure alcohol
-The owner of the restaurant "Leonidas" who offered us a drink because we are brothers Taranto
-the journalist leaving the city council dedicated to twinning Taranto-Sparta asked me for a photo report24.gr
-the friends of Elena during "Thrift Shop" at Ministry they told me "You're one of us"
The reason is very simple and I have learned unknowingly the character Mario. In Sparta there is no time for frills and things unnecessarily complex. Sadness is useless, the smile is crucial. So everyone smiles. Simply.
The second thing that struck me is the mirror image of Sparta resemblance to Taranto.
Just I arrived I felt at home. Moreover, if the Spartan Falanto chose to found Taras just on our shores there is a reason was.
Taranto is a bastardized version of Sparta, from every point of view.
Geographically we are very similar.
We have the hills and a river in the municipality, which, not surprisingly, in the past had the same name, Eurotas, currently Galeso.
They have to make mountains out of breath, we one of the most beautiful seas of the world.
The landscapes, completely pure and untainted, are interspersed with archaeological remains scattered here and there and offer the visitor a view of rare beauty
We share the same climate, with the sun warm and bright that is projected on the hilly green expanses filled with olive trees. We share the same sense of peace and tranquility that these scenarios offer
Though Greek mythology poses one of the gates of hell right near the city, Sparta is received in a valley that offers the visitor like a little paradise on earth
A little 'as Taranto. The difference is that my city contains within it a real door into the underworld and the government Renzi, with the seventh decree-law saves Ilva, has decided once again to keep it well wide open.
From the archaeological point of view suffer the same problem: wherever they are found excavations findings of inestimable value and enviable world.
And we are both unable to exploit it.
Because we do not understand, because they do not need them.
Impossible to describe the archaeological sites that I have visited. I will let the pictures speak
Customs and traditions are less similar. It 's true, we have the same huge tables set of food, the same legendary hospitality, the same excellent cuisine, the same huge families gathered at dinner, the same aunts who are offended if you do not eat, the same impatience with the rules unnecessary.
The Spartans, however, are friendly and helpful to everyone, we are bastardized by 60 years of savage industrialization and cultural and education rates verges on zero.
Young Spartans are certainly favored by the formidable educational system that produces greek boys of high cultural level but for emigration abroad because of Angela, a little woman German degree in chemistry which he feels comfortable only with periodic tables and calculators .
Useless things short and this explains his apparent difficulty to behave like a human being and his future inability to be remembered as a statesman.
Differences in economic terms are immense.
Sparta has reached an enviable level of civilization thanks to a compromise between agriculture and urbanization. Each family owns the land on which arise vast expanses of olive trees and orange groves visible in the hills softened by gentle slopes.
This is an asset because the grandmother who has to buy oil for seasoning bruschetta is not quoted on Wall Street or Frankfurt and its spread is not decided by someone who has his office in some Down Town away tens of thousands of kilometers .
The economy spartan just because TRUE and REAL based on the needs of the people is reinforced and this explains the wealth and well-being of the province in a nation heavily distressed.
The wealth and the fate of the population Spartan is entrusted to themselves, in a form of economic and social freedom which is getting scarce in Europe and worldwide.
The "virtuous" Europe would have to learn more than anything from the city spartan. The problem is that this "thing" called Europe is a bit 'as the Arabafenice: That there is anyone may say. It is, where it is and what it does no one knows
Sparta offers visitors cultivated land, cars and motorcycles important, houses elegant and refined appearance looked after but not exaggerated.
The whole town looks like a gem, the two-lane roads with beautiful Christmas decorations squares tracimanti of shops and night clubs filled with young people.
Young people like Antonia that between a drink and another was able to talk about his passion the Italian language that he learned to be able to communicate with Italians.
The figure summarizes the city is "Simplicity"
I became convinced that the Spartan simplicity does not refer to a way of acting modest but the intention and motivation of the gesture: it is easy to act with generosity with guests and it is easy to be kind to strangers.
That of Sparta is a simplicity that will provide lessons of civilization in all its forms: the hospitality (the formidable family Tzortzakis that I will never cease to thank) in its history, as a way to welcome you, in his way of thinking and above to act.
And 'the story to teach the value of spartan simplicity understood as a rejection of unnecessary actions and attention to useful actions.
If the Athenians still have a city must thank the Spartan ephors, which forbade Thebans to raze it to the ground at the end of the Peloponnesian War with the famous words "Just having occupied"
I do not think you can understand what it means to be without being Spartans went to Sparta.
And I say this on behalf of all those who speak (or against) the Spartan relying on stereotypes and Hollywood films very imaginative
Up to 10 days ago I associated the Spartan to a movement of the soul that leads you to face life's challenges with courage and determination.
Today I realized that the Spartan is mainly a way of relating to others in a profoundly humanitarian and actually gutted from unnecessary processing and then direct and deeply effective.
The Spartan is dominated by an unconscious but very strong focus on people.
One of the typical greeting is not the classic Goodbye but can be translated with Stay healthy for so long.
The Spartan is far more interested in the welfare of his fellow citizen and to his brother. At more than 2,000 years by the famous with the shield, or on it, nothing has changed: defend your city and your fellow citizens or die in the process.
That's why Sparta presents itself to visitors as a golden cradle. Not only because it offers a spectacle of nature, history and archeology out of the ordinary and a town gem full of life and movement.
Sparta welcomes visitors and spontaneously and naturally fills him with attention. With its simplicity.
I can not help but smile thinking of all the restless Taranto that surge daily against the "Spartan Taranto" with arguments based on unspecified and vague platitudes. But you know: the deepening and the analytical study are complex activities are not suitable for those without mental plasticity.
In closing this travelogue I need to apologize to Mario Tzortzakis
In these my long reflections there are too many details, too many impressions, too many words, too many compliments. In short, a travelogue very little Spartan that my friend Mario define full of frills, too Athenian
In apologize to Mario I remind him that unfortunately I did not have the gift of his ironic tranquility, Angie's smile, the look of Angelica, the availability of Helen and the Spartan general of all the friends that I have known.
Do I have to make up for my shortcomings with all these words.
But words are accompanied by a promise. To look more and more to replace them with the facts and with concrete actions.
With a different way of thinking. One thought more humane, more simple, more real, more spartan.
The promise of becoming a true Spartan.