mercoledì 27 gennaio 2016

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Ass. Nazionale Archeologi - Puglia contro la cancellazione della Soprintendenza Taranto

ASSOCIAZIONE NAZIONALE ARCHEOLOGI - PUGLIA
COMUNICATO UFFICIALE
sulla posizione di Taranto all'interno del nuovo decreto Franceschini sulla riforma MiBACT.
La recentissima riorganizzazione degli uffici periferici del MiBACT segna una profonda trasformazione dell’assetto della tutela italiana che, con la creazione di soprintendenze uniche per l’Archeologia, le Belle Arti ed il Paesaggio dovrebbe, nelle intenzioni, assicurare pareri più rapidi e una azione più efficace.

Riorganizzazione significa ridistribuzione e nella regione Puglia ciò comporta l’istituzione di tre nuove soprintendenze e la simultanea scomparsa della storica Soprintendenza archeologica di Taranto.

 Si tratta forse di un passaggio necessario ma ciò che appare incomprensibile è l’assegnazione della sede del nuovo ufficio a Lecce con un atto che sembra voler cancellare una storia ultracentenaria, mettendo a rischio la tutela di un territorio già martoriato e segnato da tragiche criticità. 

Nel corso dei decenni la Soprintendenza di Taranto ha costituito pur fra mille difficoltà un sicuro punto di riferimento per la tutela del patrimonio culturale anche grazie al suo secolare prestigio.

Assegnare la titolarità di una funzione così delicata ad un ufficio con una storia molto meno radicata appare a molti un segnale di completo abbandono di Taranto e della sua terra alla devastazione definitiva.

L’Associazione Nazionale Archeologi guarda con preoccupazione questo scenario ed esprime la sua solidarietà alla società civile tarantina che, opponendosi con fermezza al progettato trasferimento, manifesta una volta di più l’attaccamento alle proprie radici e la coscienza, che facciamo nostra, che non basta il progetto di fare del MarTa un polo museale di eccellenza a fermare il degrado territoriale ma che è invece indispensabile assicurare la gestione quotidiana della tutela del patrimonio archeologico.

La consapevolezza che la città sta esprimendo che i suoi beni culturali e archeologici costituiscono una risorsa, rappresenta l'ultima frontiera che la società tarantina può ancora conservare e difendere; essa deve essere raccolta come un patrimonio di tutta la nazione.

 Il Ministro stesso aveva assicurato a Taranto un futuro post-industriale facendone una scommessa per il suo Governo e per tutto il Paese. 

Se queste non erano promesse vane, solo mantenere la storica sede della più antica soprintendenza pugliese può essere un chiaro segnale dato alla comunità locale e all’Italia.


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