IL SISTEMA COSTIERO DELLE
TORRI ANTISARACENE DI TARANTO
della dott.ssa Federica Malizia
L’incubo dell’aumento sempre crescente della potenza turca nel
XV secolo fu uno dei catalizzatori dei programmi politici dei sovrani
dell’epoca; quando conquistarono l’Albania e assalirono Otranto gli Aragonesi
iniziarono a porsi il problema di guardare e proteggere le coste. Si eressero,
quasi contemporaneamente, numerose nuove fortezze in Puglia e si rafforzarono quelle
esistenti. Pochi decenni dopo gli spagnoli cercarono di attuare il progetto di
una catena ininterrotta di torri di avvistamento lungo le coste del regno per
formare con esse un’autentica linea telegrafica in grado di comunicare anche nell’entroterra
gli eventuali allarmi. Le torri costiere della provincia di Taranto a noi
rinvenute sono 11; oltre a rappresentare una sicurezza per le popolazioni della
zona, sono state per quest’ultime un punto di riferimento e simbolo di
appartenenza per secoli. Col passare del tempo si sono persi i collegamenti
diretti che legavano l’entroterra alla costa.
L’AREA ARCHEOLOGICA DI SATURO
Saturo è una località sulla Litoranea Salentina
facente parte della Marina di Leporano, in provincia di Taranto, che comprende
l’insenatura omonima e quella di Porto Perone; il promontorio di Saturo ospita
il parco archeologico, attualmente in stato di semi abbandono. L’importanza del
sito è data dall’intervallo storico che esso ricopre: dalla preistoria fino
all’età tardoantica e medievale.
La presenza di ricche sorgenti, consacrate come
santuari già da prima della fondazione della colonia greca di Taranto, ha favorito
l’insediamento di diverse popolazioni fin dall'Età del Bronzo (dal XVIII secolo
a.C.) ed il flusso di viaggiatori e mercanti micenei.
Le maggiori testimonianze attualmente visibili sul
promontorio di Saturo sono i resti di una villa romana di età imperiale ed una
torre costiera del XVI sec. d.C..
- La frequentazione greca
La prima frequentazione greca coloniale del sito è documentata
da materiali di importazione
inquadrabile fra la seconda metà dell’VIII e il VII sec. a.C.
dalla presenza di una stirpe votiva, costituita da una fossa scavata nella
terra. Nel deposito votivo sono stati trovati frammenti di ceramica di
importazione greca e terracotte votive riproducenti prevalentemente figure
femminili (fig. 1). I frammenti vascolari, inoltre, fanno capire come
attraverso il Mar Ionio giungessero merci dalla Grecia e soprattutto dal Peloponneso
(fig. 2-3).
- La frequentazione Romana
L’impianto originario della villa di Saturo risale al I secolo
a.C., come dimostra la presenza di frammenti di ceramica sigillata, di
vasellame per uso domestico, frammenti di lucerne del tipo africano e di marmi policromi,
e di una moneta bronzea (custodita al museo archeologico MArTA di Taranto)
dell'età di Settimio Severo. Tuttavia, i resti attualmente visibili sul
promontorio risalgono al III sec. d.C. e sono distinti in due nuclei collegati
lungo la linea di costa da un portico in opera incerta (paramento in blocchetti
immersi nella malta cementizia, con faccia a vista irregolare) interrotto nel
suo percorso dalla costruzione di un bunker (collinetta in cemento armato
ricoperta con la terra) della II Guerra Mondiale ai piedi del quale è presente
una casamatta.
Nella prima parte della villa, ad uso privato, disposte attorno
ad un'area scoperta, si trovano diversi
ambienti, tra cui un piccolo edificio termale, un atrio
tetrastilo di ordine dorico al centro del quale un probabile impluvium per la
raccolta delle acque, ambienti di servizio (cucina, piccole terme ad uso domestico
e alcuni vani usati dalla servitù) e un'ampia cisterna con volta a botte.
Nella
seconda parte, ad uso pubblico, si trova un ampio complesso termale. In questa
zona è stato
rinvenuto
un ambiente triabsidato (diaeta) con resti di pavimento in marmo risalenti al
III sec., con
continuità di uso fino ad età tardoantica. Per esigenze di
tutela, sia i pavimenti che gli elementi strutturali più deperibili sono stati
ricoperti.
- Torre antisaracena di
Saturo del XVI sec. d.C.
La torre, orientata a nord-est sud-ovest, sorge su un terreno leggermente
inclinato a circa m. 9 slm ed è rivestita in conci di tufo più o meno regolari,
esternamente intonacati abbondantemente e dipinti a calce. L’unico ambiente
della torre si trova ad una quota di 5 m. e presenta una volta a “schifo” o
“gavita”. Sul terrazzo la parte terminale della scala interna, ricavata nello spessore
della muratura a nord-est, che dall’ambiente a quota 5 m. andava al tetto. La
facciata sud-est presenta una delle aperture originali della torre ed i resti
di tre caditoie. Tutti gli infissi presenti sono in legno e risultano molto
deteriorati ed in parte mancanti. La struttura originaria appare oggi alterata:
sono stati aggiunti due fabbricati verso la metà del 1900; il primo, a due
livelli, addossato al fronte nord-est ed il secondo sul terrazzo della torre. Entrambi
i fabbricati risultano parzialmente crollati. Recentemente, per questione di sicurezza,
gli accessi sono stati murati.
PROGETTO DI RIQUALIFICAZIONE
DELLA COSTA TARANTINA
La ricerca di tesi “Riqualificazione del sistema costiero delle
torri antisaracene (TA)” parte dal tema dell’abbandono in relazione al
territorio della Provincia di Taranto. Sulla
costa tarantina l’obiettivo da perseguire è certamente una crescita sana
dell’area che incentivi il turismo naturalistico, storico e balneare,
sfruttando innanzitutto architetture ed aree in stato di abbandono.
Ogni torre si colloca in un contesto diverso, con proprie
caratteristiche e potenzialità. Il ripristino delle trasversali di collegamento
costa – entroterra, la predisposizione di servizi puntuali e la previsione di
una mobilità diretta fra i maggiori poli (navette, pista ciclabile...)
tenderebbe ad innescare un processo graduale e continuo di crescita dell’area. Affinché questo sia possibile, le fasi inevitabili da seguire
consistono in un’analisi preliminare del contesto naturale e dell’economia
principale del luogo. Alle prime tre trasversali, le cui potenzialità ben si sposano
gli obiettivi del progetto, si attribuisce una specifica tematica; esse fungono
da ‘incipit’ della proposta strategica ad ampia scala della costa tarantina. Il
contesto urbano e la potenzialità del parco archeologico rendono l’asse Torre
Saturo - Leporano - Pulsano più incline al perseguimento della strategia.
Asse
storico – culturale (Torre Saturo – Leporano – Pulsano)
Sul promontorio di Saturo si propone una riqualificazione del
Parco Archeologico con un sistema di passerelle e pensiline che vanno ad
integrarsi con la macchia mediterranea che, a sua volta, circonda i resti della
villa romana e la torre antisaracena.
In particolar modo il progetto punta al riutilizzo della torre come un
museo dedicato ai reperti riportati in situ e alla trasformazione dell’area in
un nuovo luogo di aggregazione per residenti e turisti.
Tesi di laurea magistrale in architettura
Federica Malizia
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