Come può l’invidia, in quanto
emozione primitiva e fondamentale, più precoce della gelosia, e
caratteristica di un assetto mentale meno organizzato, riuscire ad
inserirsi in maniera sufficientemente armonica nel processo di
integrazione dell’identità?
Il sentimento di invidia nasce dalla
relazione d’amore con l’oggetto desiderato, cioè con aspetti che vengono
visti nell’altro, aspetti che si amano, che si ammirano e con cui si
desidera essere in contatto per possederli. Quando l’invidia diventa
pensabile, consapevole, lascia il posto a dolorosi sentimenti di
mancanza. Essa spinge l’invidioso a cercare il contatto con l’oggetto
invidiato poiché avidamente considera gli aspetti proiettati nell’altro
fonte della propria vitalità: nel contatto c’è tutto quello che egli
considera indispensabile per vivere. La funzione di ciò è arrivare ad
appropriarsi delle qualità dell’oggetto invidiato. Con la proiezione di
aspetti vitali sull’oggetto invidiato, però, la mente dell’invidioso
sente, da una parte, l’oggetto sempre più vitale e, dall’altra, gli
sembra sempre più lontana la possibilità di appropriarsi di queste
qualità. Il suo mondo interno gli appare sempre più svuotato. La
frustrazione che nasce dalla ricerca di aspetti che vengono visti
appartenenti ad altro da sé, provoca forti sentimenti di perdita e
disperazione e questo, a sua volta, aumenta l’intensità del sentimento
d’invidia.
L’oggetto invidiato è l’oggetto amato ed
idealizzato che diventa odiato poichè pone di fronte all’impossibilità
di possederlo e dunque alla propria incompletezza: ecco perchè si
distrugge. Il senso di colpa è proprio di questi processi e di
situazioni meno integrate, dove i sentimenti sono più intensi e
primitivi e appare un’angoscia persecutoria. È evidente, dunque, che se
l’invidia non viene integrata e modulata con altri aspetti meno
distruttivi va a danneggiare anche gli aspetti che sono vitali.
Erinni ( le furie)
Vendetta-Invidia
Hera ( moglie di Zeus)
Gelosia
Questi due sentimenti condizionano sempre le relazioni interpersonali, sono destruenti per chi li prova e nocumentosi per chi ne è oggetto. Storia attuale più che mai.
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