martedì 19 maggio 2015

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L'idra a sette teste nel museo spartano

Hydra : Mostro favoloso della mitologia greca: figlia di Echidna e di Tifone, era un serpente acquatico con sette o più teste che, tagliate, ricrescevano; viveva nella palude di Lerna. Costituiva un'immagine dell'elemento acquatico, nel suo aspetto caotico e perciò pericoloso nei riguardi del cosmo. Venne uccisa da Eracle che nella sua seconda fatica  ne bruciò le teste una a una.  Il mito dell'Idra, che fu rappresentata dapprima come uno o più serpenti con molte teste, poi come una donna con gambe serpentiformi, infine come un serpente con testa di Medusa, compare già su fibule beotiche del sec. VIII a. C. ed è poi frequente nell'arte classica (ceramica figurata, frontone in calcare dell'Acropoli di Atene,metope del tempio di Zeus a Olimpia, gruppo ellenistico del Museo Capitolino, sarcofagi romani).  Il nome dell'essere mitologico è entrato nel linguaggio poetico con il significato estenso e generale di mostro, anche fig., non comune, depravazione dannosa, calamità.

L'Idra è il terribile mostro dalle innumerevoli teste di serpente, ucciso da Ercole in una delle sue fatiche
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L'Idra è il terribile mostro dalle innumerevoli teste di serpente, ucciso da Ercole in una delle sue fatiche

L'Idra di Lerna Figlia di Tifone ed Echidna, e pertanto sorella di Cerbero, di Ortro, della Chimera e, forse, del Leone di Nemea, l'Idra di Lerna era una creatura serpentina dotata di un incredibile numero di teste, una sola delle quali era immortale. Il suo alito velenoso era talmente potente da uccidere perfino chi si trovasse a passare nelle sue vicinanze mentre lei dormiva.

Essa viveva nel lago di Lerna nell'Argolide, da cui prende il nome, fungendo da guardiana a un passaggio verso l'aldilà che si trovava al di sotto delle sue acque.

Si narra che l'idra fosse stata allevata da Era, la moglie di Zeus, al preciso scopo di uccidere Ercole, uno dei tanti figli illegittimi del suo consorte. L'eroe fu costretto ad affrontarla nella seconda delle dodici fatiche impostegli da Euristeo, dopo aver sconfitto il Leone di Nemea.

Dopo essersi coperto il volto con un panno per proteggersi dal veleno e aver attratto l'attenzione della creatura lanciando delle frecce infuocate nella sua tana, Ercole affrontò l'idra armato, secondo le versioni, con una falce, una spada o la sua ben nota clava. Purtroppo per lui scoprì ben presto che ogni volta che una testa dell'idra veniva tagliata altre due crescevano a prenderne il posto, rendendo il mostro ancora più pericoloso.

Un'idra a sette testeTrovatosi di fronte a un problema apparentemente irrisolvibile, piuttosto che smettere di tagliare teste e limitarsi magari a romperle, Ercole decise di chiamare in suo aiuto il nipote Iolao. Questi, forse ispirato da Atena, escogitò un sistema per sconfiggere l'idra, cauterizzando con il fuoco le ferite inflitte dall'eroe e impedendo così alle teste di ricrescere.

Accortasi che l'idra stava per essere sconfitta, Era inviò ad aiutarla Carcino, un gigantesco granchio che tentò, senza successo, di trattenere Ercole, ottenendo solo di venirne schiacciato.

Dopo che al mostro non fu rimasta che la testa immortale, Ercole la tagliò usando una spada donatagli da Atena e la seppellì sotto un’enorme roccia. Quindi bagnò nel sangue velenoso della creatura le proprie frecce, che in seguito avrebbe usato per uccidere il centauro Nesso. Una mossa destinata ad andare a suo stesso danno, quando il sangue di Nesso, avvelenato per sua mano, avrebbe poi causato la sua stessa fine.

Alla sua morte, l'idra venne tramutata da Era nell'omonima costellazione. Simile sorte toccò a Carcino, che divenne la costellazione del Cancro.

Un'idra a nove testeErcole, invece, tornò da Euristeo solo per vedersi negare la validità della prova, falsata dall'aiuto di Iolao. In termini moderni questo si potrebbe in realtà definire un tentativo di innesto di continuity per giustificare un'anomalia nel numero delle fatiche richieste all'eroe, all'inizio dieci e poi dodici.
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L'Idra è il terribile mostro dalle innumerevoli teste di serpente, ucciso da Ercole in una delle sue fatiche

L'Idra di Lerna Figlia di Tifone ed Echidna, e pertanto sorella di Cerbero, di Ortro, della Chimera e, forse, del Leone di Nemea, l'Idra di Lerna era una creatura serpentina dotata di un incredibile numero di teste, una sola delle quali era immortale. Il suo alito velenoso era talmente potente da uccidere perfino chi si trovasse a passare nelle sue vicinanze mentre lei dormiva.

Essa viveva nel lago di Lerna nell'Argolide, da cui prende il nome, fungendo da guardiana a un passaggio verso l'aldilà che si trovava al di sotto delle sue acque.

Si narra che l'idra fosse stata allevata da Era, la moglie di Zeus, al preciso scopo di uccidere Ercole, uno dei tanti figli illegittimi del suo consorte. L'eroe fu costretto ad affrontarla nella seconda delle dodici fatiche impostegli da Euristeo, dopo aver sconfitto il Leone di Nemea.

Dopo essersi coperto il volto con un panno per proteggersi dal veleno e aver attratto l'attenzione della creatura lanciando delle frecce infuocate nella sua tana, Ercole affrontò l'idra armato, secondo le versioni, con una falce, una spada o la sua ben nota clava. Purtroppo per lui scoprì ben presto che ogni volta che una testa dell'idra veniva tagliata altre due crescevano a prenderne il posto, rendendo il mostro ancora più pericoloso.

Un'idra a sette testeTrovatosi di fronte a un problema apparentemente irrisolvibile, piuttosto che smettere di tagliare teste e limitarsi magari a romperle, Ercole decise di chiamare in suo aiuto il nipote Iolao. Questi, forse ispirato da Atena, escogitò un sistema per sconfiggere l'idra, cauterizzando con il fuoco le ferite inflitte dall'eroe e impedendo così alle teste di ricrescere.

Accortasi che l'idra stava per essere sconfitta, Era inviò ad aiutarla Carcino, un gigantesco granchio che tentò, senza successo, di trattenere Ercole, ottenendo solo di venirne schiacciato.

Dopo che al mostro non fu rimasta che la testa immortale, Ercole la tagliò usando una spada donatagli da Atena e la seppellì sotto un’enorme roccia. Quindi bagnò nel sangue velenoso della creatura le proprie frecce, che in seguito avrebbe usato per uccidere il centauro Nesso. Una mossa destinata ad andare a suo stesso danno, quando il sangue di Nesso, avvelenato per sua mano, avrebbe poi causato la sua stessa fine.

Alla sua morte, l'idra venne tramutata da Era nell'omonima costellazione. Simile sorte toccò a Carcino, che divenne la costellazione del Cancro.

Un'idra a nove testeErcole, invece, tornò da Euristeo solo per vedersi negare la validità della prova, falsata dall'aiuto di Iolao. In termini moderni questo si potrebbe in realtà definire un tentativo di innesto di continuity per giustificare un'anomalia nel numero delle fatiche richieste all'eroe, all'inizio dieci e poi dodici.
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